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CORSO NOTTURNO DEL CARNEVALE DI VIAREGGIO.
- Archivio, Eventi
- artigiani, Carnevale, cartapesta, corso mascherato, maschere, Viareggio
- 3 Marzo 2016
Sabato 5 marzo grande chiusura del Carnevale di Viareggio, un appuntamento da non perdere: si inizia alle 18,30 con la strabiliante sfilata dei carri allegorici, segue la premiazione di tutte le categorie in concorso e per finire lo spettacolo pirotecnico illuminerà e colorerà il cielo di Viareggio. Protagonisti indiscussi gli spettacolari carri allegorici, realizzati da grandi artigiani della cartapesta, un’arte che non finisce mai di stupire e meravigliare. Uno spettacolo sempre nuovo entusiasmante ed affascinante, ma allo stesso tempo una tradizione artistica e culturale che Viareggio custodisce da 143 anni.
Carta di giornale, creta, gesso e colla di acqua e farina sono la materia prima delle grandi macchine carnevalesche, elementi essenziali della tradizione che ancora oggi rende i carri allegorici di Viareggio unici al mondo per dimensioni, struttura scenografica e dinamicità di movimento.
La tecnica della carta a calco per la realizzazione dei carri allegorici e delle mascherate è tipicamente viareggina. Fu inventata nel 1924 nei capannoni utilizzati per la costruzione e il ricovero delle opere destinate a sfilare nel circuito del Carnevale. Fu il pittore e scultore viareggino Antonio D’Arliano, nel 1924, ad inventare la tecnica della carta a calco, da tutti conosciuta come cartapesta. Una tecnica che ancora oggi, grazie ad una precisa sequenza di passaggi permette di passare dalla scultura in creta ad una copia esatta in carta, con il vantaggio di avere, alla fine della lavorazione, una figura leggera e vuota all’interno, in cui alloggiare gli ingranaggi dei movimenti. Se i primi carri, tra il finire dell’Ottocento e la metà degli anni Venti, erano pesanti, statici e ridotti nelle dimensioni, con l’invenzione della carta a calco, i costruttori poterono dare libero sfogo alla loro creatività azzardando carri sempre più grandi e arditi, in grado di sfidare le leggi della fisica e stupire le centinaia di migliaia di spettatori che ogni anno assistono alle sfilate sul Lungomare. Un tempo l’ossatura del carro era di legno, oggi è in ferro, un tempo sul carro i figuranti erano pochi e le carrette le fornivano le vicine aziende del marmo, oggi le maschere a bordo sono fino 30.
Il punto di partenza è sempre l’armatura in ferro sulla quale si “cuciono” con del fil di ferro piccole canne di vimini, l’intelaiatura viene poi ricoperta di creta e poi inizia la fase più creativa. La creta assume la forma immaginata dal costruttore sotto i “colpi” delle sue abili mani, la scultura viene poi sezionata e su ogni spicchio viene colato del gesso liquido, per ottenere il calco in negativo della figura. A questo punto inizia la lavorazione con la carta di giornale, impastata con la colla di acqua e farina, pigiati all’interno del calco. Per differenziare uno strato già lavorato da quello ancora da completare si usano i fogli di giornale colorati. Ad esempio un primo strato può essere fatto con carta bianca, il secondo rosa, il terzo di nuovo bianca, il quarto magari gialla. Quando le varie parti della maschera in carta saranno pronte, cioè secche, verranno staccate dal calco in gesso. Si avrà così la forma in cartapesta della figura modellata in creta. Punti di “sutura”, con ago e filo da imballaggi delle vari una ritintura generale e poi il bagno di colore sono il tocco finale della lavorazione.