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Venere nell’obiettivo: lo sguardo di una donna per le donne

In occasione dell’8 marzo la fotografia artistica diventa strumento per viaggiare nell’universo femminile. La fotografa Valentina Klasen ci racconta della sua passione che si è concretizzata in mostre, libri e atlanti illustrati.

Valentina dedica alla fotografia ogni momento della sua vita. “Non vado neanche a fare la spesa se non ho la macchina fotografica con me”, ammette. Una passione profonda, sì, ma anche un progetto più articolato che l’ha spinta a viaggiare all’estero e a raccontare le donne attraverso i suoi scatti. Con questa intervista rivolgiamo un augurio speciale a tutte le donne del mondo!

  • “Donne dal mondo” questo il titolo della tua prossima mostra…parlaci di questo rapporto fotografia-donna

Sono sempre stata molto sensibile alla condizione della donna, ancora oggi oppressa da mille incombenze e così poco riconosciuta, considerata troppo spesso “inferiore”, troppo spesso costretta in uno stereotipo che la svilisce, impedendole di far emergere le sue qualità e la sua forza. Probabilmente l’essere stata cresciuta da una madre sola, l’aver visto e vissuto le grandi difficoltà con cui ha dovuto confrontarsi, e accompagnarla in importanti decisioni, mi ha fatto crescere molto velocemente, più consapevole e sensibile a questi temi. La fotografia è divenuta anche uno strumento di riconoscenza nei confronti di mia madre per tutti gli sforzi che ha fatto e per avermi spronata a fare del mio meglio, a credere in me stessa, ad esprimere la mia opinione, a non omologarmi e a riflettere prima di lamentarmi, a pensare a me come parte di un mondo vasto e pieno di ingiustizie e di bellezza: tutto ciò ha legato ben presto la fotografia al complesso mondo femminile. A questo ha contribuito anche un viaggio a Cuba che mi ha toccata profondamente: qui, parlando con le donne e le ragazze che incontravo, mi sono accorta che pur essendo più sfortunate di me affrontavano tutto con un sorriso, con una forza e una creatività gioiose, radicate negli affetti e nel rispetto di sé. Grazie a queste testimonianze ho scoperto in me una nuova profonda coscienza di donna ed ho trovato la forza per volermi mettere alla prova con qualcosa del tutto nuovo, arrivando a realizzare la prima mostra fotografica. E come la fotografia, anche il mondo al femminile mi appassiona, mi emoziona e mi entusiasma: fondere le due cose è stato inevitabile!

  • Come e quando è nata la passione per la fotografia?

Guardare il mondo attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica è una cosa che ho imparato molto presto. Ho “ereditato” la vecchia Pentax da mia madre e fin dalle medie facevo fotografia. I rullini erano la prima cosa che veniva messa nel borsone prima di un viaggio. Mi piaceva guardare il mondo da un’altra angolazione ed entrare nella realtà che mi circondava cogliendo quei particolari e quei colori che sbiadiscono negli attimi incalzanti della vita. Così ho continuato a fotografare e ho scoperto che riuscivo a far vedere anche agli altri ciò che vedevo io. E questo mi piaceva, mi coinvolgeva e appassionava sempre di più.

  • Hai frequentato corsi per apprendere le tecniche fotografiche? Che macchina usi?

Fin da piccolissima ho cominciato a usare una Pentax analogica, da autodidatta: fotografavo solo per me. Dopo anni di scatti e studio dei grandi maestri ­come Steve Mc Curry, Sebastião Salgado, Ansel Adams, Henri Cartier-Bresson, Michael Yamashita, ho sentito la necessità di frequentare un corso base e alcuni corsi avanzati specializzati per sviluppare meglio alcuni aspetti, come gli “still life” e l’uso delle attrezzature da studio per realizzare ritratti. Ho frequentato anche un corso specialistico di fotografia di eventi focalizzato particolarmente sulla fotografia per i matrimoni. È in questo periodo che sono passata all’uso della reflex digitale, iniziando a fotografare con una Canon che mi ha accompagnato per vari anni. Attualmente uso una Nikon e penso non la cambierò più.

  • Come hai trasformato la passione in lavoro?

Come molto spesso accade è successo un po’ per caso. Durante una pausa caffè nella casa editrice in cui lavoravo, ho sentito che una collega della redazione si stava lamentando della difficoltà di reperire una foto specifica che esprimesse bene il rapporto uomo-ambiente. Io ho subito pensato a una foto che avevo scattato e che raffigurava una farfalla appoggiata su una mano, con uno sfondo di fiori. Il giorno dopo gliela portai, dicendo che se le andava bene la poteva usare. La foto in questione non venne pubblicata per difficoltà nelle tempistiche di stampa, ma cominciai a lavorare per diverse redazioni, dallo scolastico alla redazione scientifica, dalla manualistica ai libri per bambini, dai libri di cucina alle guide turistiche. Sono stata anche chiamata spesso per realizzare reportage dei convegni nazionali organizzati annualmente dalle riviste scolastiche e di psicologia: da qui ha avuto inizio una bella e lunga collaborazione con il settore pedagogico. Le mie foto vengono usate per illustrare gli articoli di personaggi spesso famosi nel settore dell’educazione scolastica: mi sento molto onorata di comparire con nomi come Bruno D’amore, Silvana Loiero, Gabriella Favaro, Tiziano Pera, Gianfranco Staccioli, Maurizia Butturini e molti altri…

  •  Quali sono i tuoi soggetti preferiti? Perché?

Mi piace variare fra molte tipologie di fotografia anche se prediligo il reportage, che sia di un evento come un matrimonio o una premaman story, un viaggio, una giornata sui banchi di scuola: mi piace, con le mie foto, seguire e sviluppare una narrazione. Amo molto la street photograpy, una pratica che consiste nel cogliere i passanti e le loro emozioni racchiusi in attimi ignari. Mi piacciono molto anche i dettagli e le foto naturalistiche: i lavori che ho fatto per gli atlanti di Chimica, di Botanica e di Fisica mi hanno arricchita molto. Ma in fin dei conti dipende molto dal tipo di lavoro che sto svolgendo. In generale, quando nell’immagine entrano le persone, cerco sempre di cogliere un’espressione, uno sguardo, un’emozione “vera” che filtri inaspettata attraverso l’immagine. La spontaneità dei gesti è essenziale nelle mie fotografie, anche – e soprattutto – quando realizzo un ritratto.

  • Nelle tue opere esiste un rapporto tra opera e territorio? In che modo Firenze, il luogo in cui hai iniziato la tua attività, influenza la tua fantasia?

Sicuramente essere vissuta in una città d’arte importante come Firenze ha contribuito ad arricchire le mie capacità, sviluppando la sensibilità al bello e l’abilità a cogliere scorci e dettagli suggestivi. Avere a portata di mirino meraviglie architettoniche, sculture, quadri, giardini che il mondo ci invidia, ha avuto una forte influenza sul mio gusto fotografico nel comporre l’immagine. Soprattutto all’inizio del mio percorso credo che ci sia stata una grande relazione fra ciò che fotografavo e il mondo che mi circondava: ho cominciato fotografando i luoghi che visitavo, paesaggi e città di campagna, dettagli di opere famose o di borghi sconosciuti. Sono tutt’ora fermamente convinta che esistano infiniti luoghi che non si può fare a meno di ammirare e immortalare.

  • E i viaggi all’estero?

Viaggiando si conoscono persone nuove, si intrecciano storie di vita e ogni esperienza apre la mia mente dandomi qualche spunto su cui ragionare. Usi, costumi, religioni: sono tutti aspetti dell’uomo che possono arricchire se si sa come guardare senza pregiudizio: per questo cerco sempre di parlare con la gente del posto, per capire il loro punto di vista. La fotografia di viaggio per me non è solo un ricordo di momenti irripetibili, di vite e di città che ho attraversato per un momento, ma è un modo per rivivere le emozioni provate durante la scoperta e poterle comunicare agli altri.

  • Cosa fai attualmente e quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ho appena finito di organizzare la mia ultima mostra sul tema femminile: “Donne dal mondo”, fa parte del programma “La primavera delle donne” organizzato dal Comune di Signa in collaborazione con l’assessorato alle Pari Opportunità, e verrà inaugurata in occasione dell’8 marzo, sotto il patrocinio dell’assessorato alle Pari Opportunità di Signa. È una raccolta di 42 scatti che raccontano diversi aspetti della vita di donne ritratte in Paesi molto lontani tra loro, ma con qualcosa di inconfondibile che le rende simili.

In futuro, penso che continuerò a viaggiare e fotografare il mondo cercando la mia grande occasione. Spero di poter esporre anche in Olanda, magari in collaborazione con l’ambasciata italiana, o di nuovo in Italia, con la partecipazione del consolato olandese… Chissà: mi piacerebbe far dialogare le mie due origini (italiana e olandese) in un evento che possa essere a un tempo figurativo ed evocativo.

  • E per chi volesse saperne di più sulla mostra e sulle tue creazioni?

Ecco le coordinate: la mostra si inaugura l’8 marzo alle ore 11.30 presso l’ex caserma di Signa, in Viale Mazzini. L’esposizione “Donne dal mondo” è gratuita e sarà aperta dall’8 al 23 marzo nei seguenti orari di sabato e domenica: 10.30/13.00 – 16.00/19.00. Sarà possibile anche prenotare una visita infrasettimanale o fuori dagli orari prestabiliti telefonando al numero: 349-4929917. Chi volesse avere informazioni dettagliate sui miei lavori può visitare il mio sito http://www.fotovik.com/shots/it