San Casciano dei Bagni – Cetona – Abbadia San Salvatore
Monte Amiata e Val di Chiana “fatte a mano”
Qualche abile cesellatore deve aver inciso e sbalzato il profilo arcaico di questo territorio.
Borghi arroccati svettano su promontori verdissimi.
Paesi medievali e case coloniche punteggiano le valli silenziose. Le candele dei cipressi ritmano l’armonia dell’orizzonte.
San Casciano dei Bagni viene associata all’acqua solfurea che sgorga copiosa, si contano oltre 40 sorgenti per una portata di 5,5 milioni di acqua al giorno. Fin dall’epoca etrusca, veniva utilizzata per gli stabilimenti termali, che, da allora fino ad oggi, hanno sempre goduto di un’ottima fama richiamando visitatori facoltosi che, investendo nel territorio, hanno dato modo all’economia locale di svilupparsi. Ancora oggi è possibile immergersi nelle acque solfuree delle vasche di origine romana che si trovano nelle immediate vicinanze del paese, i così detti Bagni Liberi. San Casciano dei Bagni offre al visitatore tante altre occasioni per scoprire il territorio e la sua cultura, dalle specialità culinarie tipiche, i pici e il ciaffagnone, alle bellezze della natura come i calanchi, alle particolarità architettoniche come i castelli di confine, ricordiamo quello di Fighine.
Proseguite verso Cetona, un centro archeologico risalente a 4000 anni fa e oggi sede del Museo Civico per la Preistoria del Monte Amiata. Questo è un luogo pregno di storia e simboli del passato, come stradine avvitate fino alla Rocca medievale del paese vecchio e il suggestivo Parco Archeologico: un’oasi naturale in cui l’intervento umano è stato fortemente limitato ed è ancora possibile visitare grotte e gli scenari di arcane vicende preistoriche.
Sfruttando la strategica posizione e la ricchezza del territorio, gli Etruschi fecero di Chiusi una loro roccaforte ed una delle città più importanti dell’impero. Testimonianza di ciò sono il Museo Etrusco che vanta un numero consistente di canopi, vasi a forma antropomorfa realizzati per raccogliere le ceneri dei defunti, tra i quali ricordiamo quello di Dolciano, ed il Museo Civico “La città sotterranea”, una sezione del quale, quella epigrafica, si snoda per 140 metri in cunicoli sotterranei che custodiscono 500 iscrizioni su urne cinerarie e tegole tombali.
Sarteano propone meraviglie naturalistiche ed architettoniche uniche. La natura si rivela e ci propone molteplici aspetti di un unico territorio, dall’arida ma invitante Val d’Orcia al verde intenso del Monte Amiata. Il Castello con le sue maestose mura ci accoglie e apre le porte di un agglomerato urbano di antica origine che accoglie palazzi nobiliari, citiamo Palazzo Todeschini Piccolomini, un teatro, il Teatro degli Arrischianti, e innumerevoli chiese che custodiscono opere d’arte di valore, citiamo la Chiesa di San Martino in Foro dove possiamo ammirare il dipinto su tavola dell’Annunciazione di Domenico Beccafumi.
Abbadia San Salvatore sorprende il visitatore con la chiesa duecentesca di Santa Croce, le numerose costruzioni medievali, le mura di cinta e gli splendidi sentieri che immettono nei boschi circostanti. Uno di questi conduce alla “rupe di Dante” che porta questo nome perché il profilo della roccia ricorderebbe quello del sommo poeta. Ma il territorio possiede una risorsa oggi divenuta museo: i giacimenti minerari. Il museo minerario è la testimonianza della vita più autentica dei miniatori e la storia dell’estrazione di mercurio.
In un simile contesto, realtà imprenditoriali innovative progettano e realizzano manufatti secondo regole green. Le officine dei ceramisti modellano tazze e recipienti in ceramica smaltata dai colori terrosi come la montagna. I laboratori degli orafi creano gioielli ricercati e monili di un’altra epoca. Disegni a china ci propongono le antiche tradizioni del luogo offrendo una rappresentazione originalissima del lavoro contadino.
Ogni gesto, ogni geometria e oggetto è il richiamo di tradizioni millenarie che rivivono sulle pagine del libro più avvincente: il paesaggio.
Seguite questo itinerario per riavvolgere il nastro del tempo.