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Monte San Savino

Ornamentale e funzionale: le parole d’ordine per ceramiche e abiti sartoriali

Contesa in epoca medievale tra aretini, senesi, perugini e fiorentini, Monte San Savino è ancora oggi oggetto di desiderio. Anche se non è più terra di conquista, suscita nel visitatore la volontà di impadronirsi del suo suggestivo Castello di Gargonza, della rinascimentale Loggia dei Mercati e del Cassero che ospita il Museo Comunale delle ceramiche.

Rubarla alla Val di chiana non si può, ma è possibile strapparle un tesoro di estremo valore: l’artigianato artistico. Qui la lavorazione della ceramica ha ricevuto una spinta all’innovazione e allo sperimentalismo altrove sconosciuta. Come per il caso di Cortona, alla tradizione consolidata delle ceramiche d’uso si è sovrapposta l’arte ornamentale.

Sulle superfici di zuppiere, vasi, brocche, fruttiere e “scaldini  a fischio” (i piccoli bracieri tradizionali), si infittiscono motivi a graticcio, volute, spirali, sequenze geometriche, rilievi e gli immancabili decori a traforo. L’eleganza minimalista di questi oggetti è unica nel suo genere e stimola giorno dopo giorno l’abilità manuale e la fantasia dei mastri ceramisti.

La ricercatezza e la sobrietà di stile è radicata in un’altra arte locale, quella sartoriale: cappotti, tailleur, gonne e camice su misura confermano ancora una volta l’innato culto del bello e del funzionale di Monte San Savino.

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