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Il Legno in Toscana: un percorso nell’anima verde dell’artigianato (1°parte)

La tradizione del legno e la storia del mobile nel Casentino

Se pensiamo che la Toscana è per metà ricoperta da boschi, non sarà difficile intuire il ruolo che ha rivestito questa risorsa “green” sull’intero territorio regionale. Rifugio di animali selvatici, mistici eremiti e avventurosi viaggiatori, il bosco rappresenta da secoli la fonte da cui hanno attinto generazioni di locali per ricavare costruzioni, mobili e utensili di diversa tipologia. Non c’è una provincia che manchi all’appello: ciascuna ha qualcosa da raccontare a proposito del legno e i suoi derivati.

Questa prima parte del viaggio ha inizio tra i crinali degli Appennini e le venature di un materiale vivo, in perenne trasformazione: il legno infatti “matura”, si adatta, continua a odorare di buono e di natura anche dopo essere stato finemente lavorato.

Tra le foreste di Camaldoli e il Pratomagno si estende l’antico patrimonio della provincia di Arezzo: castagni, roveri, olmi, abeti sono alla base dei mobili rustici del Casentino e dell’Alta Valle del Tevere. A caratterizzarli linee semplici e accoglienti, capaci di emanare ancora quelle atmosfere rassicuranti tipiche dell’arredamento delle case coloniche. È qui che la collettività casentinese ha dato vita già a partire dal XIV secolo alla “civiltà del castagno”, dedita a produrre materiale edilizio da destinare ai grandi cantieri navali di Livorno e Pisa. Nell’area di Camaldoli i prodotti di punta ruotavano attorno alla raccolta del vino e alla sua conservazione, come le botti a doghe, i tini, le bigonce e i barili, mentre al confine con la Romagna le botteghe di falegnami e intagliatori si erano specializzate in mestolini e utensili da cucina dei più disparati.

Qual è la realtà attuale? In tempi più recenti l’arte e il design hanno incontrato la tradizione legata alla funzionalità degli oggetti e ne hanno tratto manufatti particolari e ricercati. Nel borgo di Anghiari le tecniche di tarsia, intaglio e restauro hanno spinto un artigiano del mobile come Mastro Santi del Sere a concretizzare nelle sue scatole artistiche intarsiate paesaggi toscani, scorci, rappresentazioni prospettiche e figurative di rara eleganza.

Il legno concepito come forza motrice e fonte di energia, materia prima per ogni genere di oggetti legati all’uso domestico e all’agricoltura, si nobilita in forme e soluzioni stilistiche di ispirazione rinascimentale e barocca. Entra dunque in scena l’ebanisteria, la decorazione a foglia d’oro e metalli preziosi, l’intaglio più raffinato, la laccatura: tutti procedimenti indispensabili per  C4, l’azienda che elabora specchiere, letti a baldacchino e tavolini di grande effetto ornamentale e dal gusto antico.

Proseguendo verso Arezzo si intensifica la ricerca artistica di chi ricava dal legno accessori da scrivania pieni di fascino retrò: bauletti porta oggetti per calamaio, pennino e carta da lettere, lampade da tavolo, cornici in legno pregiato e cofanetti per carte da gioco: una vasta gamma di oggetti delicati e preziosi, fatti apposta per abbellire e strappare all’anonimato un ripiano dello studio. Questo l’obiettivo del laboratorio artigianale Picar: trasmettere al legno uno stile unico e indimenticabile.

Il viaggio non finisce qui: superate foreste, montagne e paesaggi non ancora addomesticati dalla mano dell’uomo, potrete approdare nella città simbolo della cultura artigianale. Firenze e la sua provincia si schiudono alla curiosità dei visitatori in un vasto assortimento di oggettistica in legno e mobilio di nicchia: tutti manufatti da esplorare nel prossimo articolo.

 

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